La "Parabola del Figliol Prodigo"

Rispetto ad altre realtà minoritarie la redazione di una versione della “Parabola del Figliol Prodigo” in timavese è da riportare al 1929 e la sua genesi si inquadra all’interno di un disegno più ampio. Nel 1924 sotto la direzione di M. Bartoli dell’Università di Torino e in collaborazione con la Società Filologica Friulana prese infatti vita il progetto dell’Atlante linguistico italiano (ALI). Si trattava di una classica opera dialettologica composta da una serie di carte, ognuna delle quali riportava per ogni località italiana esplorata (chiamata “punto”), le corrispondenti traduzioni dialettali di un concetto, di una nozione o di una frase, raccolte dalla viva voce dei parlanti da parte di uno o più raccoglitori. Il lavoro di preparazione si protrasse tra il 1925-1940 portando alla compilazione di oltre 5 milioni di schede dialettali. Per la ricerca sul campo, specialmente nell’Italia nordorientale, fu incaricato lo studioso friulano U. Pellis, il quale si recò ad interrogare i parlanti sulle forme utilizzate per esprimere i differenti lemmi nelle differenti località, tra le quali Timau compariva con il numero 302. Per alcuni dei paesi visitati lo studioso si premurò in appendice alle carte di raccogliere o di far trascrivere dai parlanti anche una versione del testo evangelico. Tra i sette campioni raccolti in area friulana è compresa anche la versione in timavese, la quale, trascritta dallo stesso Pellis sotto dettatura di Giovanni Mentil, è stata pubblicata solamente nel 2007 all’interno del volume La parabola del figliol prodigo nei materiali dell’Atlante Linguistico Italiano (a cura di Campana S., Nosengo M.C., Rivoira M., Ronco G.).

Si presenta qui il testo originale trasposto nella grafia odierna e ufficiale del timavese. Come sarà possibile osservare dalle numerose note, la lingua testimoniata si differenzia in parte dal timavese odierno. Tali differenze non sono da imputare al solo piano diacronico, ma sono in molti casi il risultato dell'influenza esercitata dal tedesco nell'idioletto del parlante bilingue. 

 

  1. Vor a joar derzeilt mai neni as geistar oxzk (80) joar hot mir unt

màindar sghbeistar dos (cixt).

Un anno fa mio nonno, che ieri (ha compiuto) 80 anni, ha mandato a me e mia sorella questo.

 

  1. Amol bar in a derflan ain moon der hot zba sina.

Una volta c’era in paesini un uomo che aveva due figli

 

  1. An tok der cklaana von da priadar geet pa sain votar unt sok: voter,

i bil hobn als bos mir trift. Gii-mer[1] bos main ist.

Un giorno il minore dei fratelli va dal padre e dice: “Padre, io voglio avere tutto ciò che mi spetta. Dammi tutto ciò che è mio”.

 

  1. Der olta hot vil gearn -i zu glaap zuj viil- in saine sine, mocht ols bos

farlang[2] von im.

L’anziano vuole molto volentieri (= vuole bene) - io credo troppo - a suo figlio, fa tutto ciò che egli richiede.

 

  1. Biani toga[3] darnoch dar junga[4] nemt[5] als sain gelt unt geat.

Pochi giorni dopo il giovane prende tutto il suo denaro e se ne va.

 

  1. In a baita stoot[6] lept[7] er lustik[8] unt er mit ondere[9] kamarodn[10].

unt tonz mit SCHLECHTE (Baipsspilt).

In una baita in città vive felice lui e un altro compagno e balla con in cattivi modi.

 

  1. So in beniga[11] bochn[12] VERBRAUCHT er ola in sain gelt so er oana[13] niks

plaipt[14].

Così in poche settimane esaurisce tutto il suo denaro così egli rimane senza alcunché.

 

  1. Bos SCHOLT er mochn[15]? Bia kon[16] er lebm[17]? VO er AIN schtik proat [18] pakeman

bert.

Cosa dovrebbe fare? Come può egli vivere? Dove potrà egli trovare un pezzo di pane?

 

  1. AINDLICH[19] geat er zu AIN pauer[20] unt vrok[21] hot is noat VON an KNECHT[22].

Infine si reca presso un contandino e chiede se ha ancora un impiego da bracciante.

 

  1. Jo, sak[23] dar pauer, du (baisst) HOIER hobm mer[24] vil[25] raifa unt regn[26] unt

darzua inschauer[27] (khopt). (Deranbegn) mecht i dir GEBM ploss a pissl proat

unt niks mear.

Si, dice il contandino, tu sai quest’anno abbiamo avuto molta più brina e pioggia e oltre a ciò grandine .Per questo posso darti un pezzetto di pane e niente di più.

 

  1. IR praucht niht[28] mear zu GEBM, bon i nar nit schtearp[29]

Egli non prende nulla in più che per non morire.

 

  1. Ole toge bersst gianan in main okkher[30]unt in da bisa hiatan[31]maine

fokhn unt maine (frisingen). Pist (o pisst) TU froa?

Tutti i giorni ti richerai nel mio campo e fai sorveglierai nel prato i miei maiali e le mie pecore. Sei contento?

 

  1. Dar oarme haschar[32] traip av da badn[33] is (vih) von sain (her) draie[34], vinva,

(zeichna), zbanzk, mear mool.

Il povero poveraccio conduce al pascolo di alta montagna gli animali del suo signore tre, cinque, dieci, venti e molti più.

 


[1] Giib-mer, dammi!. Sul volume di grammatica timavese è presente una forma differente: Gimar!

[2] La forma differisce sul dizionario: varlengart

[3] Toga, giorno. Sul dizionario è presente una forma differente: Toog.

[4] Junga, giovane. Sul dizionario è presente una forma differente: junk.

[5] Nemt, III persona singolare da neman, prendere. Sul dizionario è presente una forma differente: nemp.

[6] Stoot, città. Sul dizionario è presente una forma differente: Schtot.

[7] Lept, vive. Sulla grammatica è presenta una forma differente: leipt.

[8] Lustik, allegro. Sul dizionario è presente una forma differente: lustig.

[9] Ondere, pron. altro. Sul dizionario è presente una forma differente: ondara.

[10] Kamarodn, compagno. Sul dizionario è presente una forma differente: ckamarootn.

[11] Beniga, in meno. Sul dizionario è presente una forma differente: bianiga. Sulla grammatica ulteriore forma: biani.

[12] Bocht, settimana. Sul dizionario è presente una forma differente: bouchn.

[13] Oana, senza. Sul dizionario è presente una forma differente: ona.

[14] Plapit, rimane. Sul volume di grammatica è presente una forma differente: plaip.

[15]Mochn, fa da fare. Sul volume di grammatica è presente una forma differente: mocht.

[16] Kon, lui/lei sa/sa fare. Sul volume di grammatica è presente una forma differente: ckont.

[17] Lebm, vivere. Sul dizionario è presente una forma differente: leim.

 

[19] Aindlich, alla fine. Sul dizionario è presente una forma differente: entlich.

[20] Pauer, contadino. Sul dizionario è presente una forma differente: pauar.

[21] Vrok, p.p. chiesto. Sul dizionario è presente una forma differente: pfrok.

[22] Corrisponde alla forma del tedesco standard, tuttavia si può trattare di una variazione fonetica perché il corrispettivo timavese è ckneacht.

[23] Sak, dice. Sul volume di grammatica è presente una forma differente: sok. Possibile influenza tedesca.

[24] Mer. Sul dizionario la forma è differente: mear.

[25] Grafia presente sul dizionario: viil.

[26] Regn, pioggia. Sul dizionario la forma differisce: reing.

[27] Inschauer, grandine. Sul dizionario è presente una forma differente: schauar.

[28] Niht, niente. Sul dizionario la forma differisce: nit.

[29] Schtearp, morire. Sul dizionario è presente una forma differente: schtearm.

[30] Okkher, campo. Sul dizionario la forma differisce: ockar.

[31] Hiatan, pascolano/pascolare. Sul dizionario la forma differisce: hiatn.

[32] La formula differisce leggermente sul dizionario, forse per tendenza o meno alla declinazione aggettivale: oarmar haschar

[33] Grafia sul dizionario: bada, badn.

[34] Grafia sul dizionario differisce: draia.